BORDERLINE DI ANNA PIZZO
Sempre di spazzatura si tratta, in fondo
Qualcuno la definisce «una tempesta in un
bicchiere d’acqua». Altri, con una punta di sarcasmo parlano di semplice
«temporale». Si tratta del piano commissariale sui rifiuti che Marrazzo,
presidente laziale, ha presentato martedì in un consiglio straordinario. Se ne
parla da settimane, anzi dal giorno dopo l’esito elettorale. Tutti a dire che la
maggioranza regionale scricchiola per «colpa» della sinistra «radicale» che non
vuole l’inceneritore di Albano. Ma più o meno con gli stessi toni tempo fa
Marrazzo era riuscito a far ingurgitare ai consiglieri della Sinistra Arcobaleno
l'inceneritore di Malagrotta e in molti erano convinti che la questione fosse
chiusa. Invece no: con un trucchetto, nell'ulimo giorno utile prima che il
provvedimento scadesse, Marrazzo era riuscito a infilare Albano nei siti per
inceneritori che avrebbero goduto dei Cip 6.
Quel sito è di proprietà di tale Cerroni,
proprietario anche della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, e
dell'annesso inceneritore. In un solo colpo, Cerroni diventa non solo padrone
del grande business della «mondezza», non solo proprietario degli inceneritori
più assistiti d'Italia ma probabilmente avrà anche il premio finale di vedere
allargata la «sua» discarica. Cerroni è un vecchietto tenace che presenzia a
tutte le riunioni regionali e comunali,
manda bigliettini per
indicare i suoi desiderata e gli basta un’occhiata per far rigare dritti i
consiglieri «amici».
La Sinistra Arcobaleno aveva detto che questa
volta al piano di Marrazzo sui rifluti avrebbe risposto picche. E subito era
cominciato il lavoro ai fianchi del Pd, convinto che ogni convinzione possa
essere cambiata, basta saper toccare il giusto tasto. E forse qualche tasto è
riuscito a schiacciarlo e, dove non c'è riuscito, ha provato con una più blanda
pressione. Così, è capitato che alla sottoscritta sia stato detto senza mezzi
termini che o diceva sì all’inceneritore o si poteva scordare l'approvazione
della legge sui migranti. In fondo, sempre di spazzatura si tratta.
8 ‑ CARTA N. 24