Una squadra di attivisti di Legambiente è riuscita a compiere un sopralluogo a
Ferrandelle, una località che si trova tra i comuni di Casal di Principe, Santa
Maria La Fossa e Grazzanise.
Ecco le immagini e il servizio che documentano come i rifiuti scomparsi dalle
città della Campania siano tenuti 'sotto sorveglianza' in una grande discarica a
cielo aperto, in un'area completamente recintata. L'area, dichiarata sito di
interesse strategico nazionale e strettamente vigilata, era stata confiscata al
boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Doveva diventare una fattoria, invece
è stata requisita dal Commissario straordinario per i rifiuti. E ora ospita,
secondo le stime di Legambiente, almeno un milione di metri cubi di rifiuti
indifferenziati di Raffaele Sardo (
FOTO). La montagna di rifiuti di Ferrandelle.
(VIDEO) Sono finiti a Ferrandelle i rifiuti scomparsi dalle città
della Campania. Una località che si trova tra i comuni di Casal di Principe,
Santa Maria La Fossa e Grazzanise. Sono tenuti sotto stretta sorveglianza in
un'area completamente recintata di diversi ettari. Nessuno si può avvicinare più
di tanto perché tutto il perimetro è stata dichiarato sito di interesse
strategico nazionale e c'è una vigilanza molto attenta che allontana tutti
quelli che cercano di guardare più da vicino.
Ieri notte una squadra di attivisti di Legambiente, guidati dal direttore
dell'associazione ambientalista, Raffaele Del Giudice, sono arrivati sul posto
per fare "un sopralluogo". "Ci sono montagne di rifiuti ammassate senza alcun
controllo sui possibili danni sanitari e ambientali – spiega Del Giudice –
mentre continua ad arrivare quotidianamente la monnezza da ogni parte della
Campania". L'area dove sono depositati i rifiuti fu sequestrata al boss
Francesco Schiavone, Sandokan, ed affidata al Consorzio Agrorinasce per farne
una fattoria di prodotti tipici. Ma, nonostante l'avvio dei primi lavori per
dare vita all'iniziativa, il terreno fu requisito in piena emergenza rifiuti.
I sindaci di Santa Maria La Fossa e Grazzanise, poco più di un anno fa,
guidarono una clamorosa protesta alla testa delle popolazioni locali. Dopo un
braccio di ferro con il Commissario per l'emergenza rifiuti, diedero il via
libera alla costruzione di due piazzole che dovevano "ospitare" all'incirca 90
mila metri cubi di rifiuti. Ma in via temporanea e con l'impegno a bonificare il
sito entro breve tempo.
"Qui ce ne sono almeno un milione di metri cubi di rifiuti – spiega il professor
Stefano Tonziello, di Legambiente - e continuano a crescere giorno dopo giorno,
perché l'emergenza non è finita, ma è stata solo spostata dalle città.
Qui arrivano rifiuti "tal quale", cioè senza essere selezionati a monte. E
dunque non potranno mai essere bruciati nell'inceneritore di Acerra.
Inceneritore che, peraltro, ora è in pieno collaudo e per vederlo operativo se
ne parlerà almeno tra sei mesi." Nell'area tutt'intorno vi sono caseifici,
allevamenti di bufale, campi coltivati a foraggio, pescheti, ortaggi, fragole,
irrigati con le falde acquifere inquinate.
Poco più in là, vi sono almeno altre sei discariche. Qualcuna dismessa, ma non
morta definitivamente. "Forse il vero miracolo di Berlusconi – aggiunge
Tonziello – è quello di aver messo a tacere tutto e tutti. Qui, lasciatemi usare
il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i
privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere.
Tenere in questo modo i rifiuti è da criminali. Senza considerare che tra poco
con l'arrivo della stagione calda, tutt'intorno l'aria sarà irrespirabile, ma ci
sarà anche un pericolo sanitario immediato per la salute delle persone". Non
lontano da qui, a Santa Maria La Fossa, dovrebbe sorgere anche l'altro
inceneritore previsto in Campania. Nei campi intorno a Ferrandelle, intanto, la
vita scorre come sempre: I contadini sui trattori, gli immigrati nei campi a
lavorare, il foraggio che cresce rigoglioso, il percolato che continua a
scorrere nella falda acquifera e le montagne di rifiuti che continuano a
crescere.
(12 maggio 2009)