la Repubblica del 20 maggio 2007 - Edizione di Napoli
LA MANIFESTAZIONE
Quattro enormi sacchi della spazzatura con le foto di Antonio Bassolino, Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Antonio Rastrelli. È iniziata così ieri la manifestazione dei Comitati civici campani e della rete nazionale "Rifiuti zero" che ha attraversato la città con in testa al corteo i volti di quelli che, secondo i manifestanti, hanno segnato l´emergenza rifiuti in Campania. Migliaia di persone hanno partecipato pacificamente alla manifestazione, 6 mila per la Questura, 10 mila per gli organizzatori. Migliaia di persone che chiedono un piano nazionale sui rifiuti e che vengano ascoltate le proposte dei comitati in materia di ambiente e tutela del territorio.
I manifestanti sono arrivati infatti da tutt´Italia (tensione in mattinata alla Stazione Termini, a Roma: circa 200 persone in pretendevano il biglietto sociale per raggiungere Napoli) per appoggiare la protesta dei comitati campani contro le discariche e gli inceneritori. Tra questi, oltre alle numerose comunità in lotta contro l´apertura di discariche come Serre, Lo Uttaro, Villaricca e Giugliano, c´erano anche i rappresentanti del Wwf e del Comitato No Tav della Val di Susa e i Cobas. Il corteo partito da piazza Mancini ha percorso via Foria e via Toledo per sciogliersi infine in piazza Matteotti. Tra i partecipanti, oltre ai parlamentari di Rifondazione comunista, (Tommaso Sodano, Francesco Caruso e Beppe De Cristofaro), c´erano padre Alex Zanotelli, il sindaco di Acerra Espedito Marletta e Oreste Scalzone. «Ci aspettiamo la catastrofe - dice Scalzone - la gente chiede riutilizzo e riciclaggio e invece si aprono ancora le discariche». Per Sodano «non c´è un piano per dopo l´emergenza la gente non si fida più e se non si pensa al futuro saremo di nuovo al collasso».
(silvia pepe)
Impianti fermi, la crisi precipita
I Cdr lavorano ancora a rilento mentre continuano gli incendi Circa 2500
tonnellate di rifiuti nelle strade Vertice in Comune.
Il prefetto: "Una follia bruciare la spazzatura, dannoso per la
salute"
ROBERTO FUCCILLO
È IL week-end della suspence. La posizione di Guido
Bertolaso è sospesa nel limbo dell´incertezza. A Roma circola una definizione
che farebbe felici i cultori della convergenze parallele, si parla di
«verbalmente dimissionario». Insomma nulla di scritto, ma l´immagine è
vicina a quella di Achille che rifiuta di tornare in battaglia, almeno finché
non torni d´attualità la possibilità di lavorare a Valle della Masseria.
D´altra parte è significativo che da due giorni (prima a Bolzano venerdì, poi
a Brescia ieri) Bertolaso batta altri lidi per partecipare a manifestazioni
della Protezione civile, quasi a marcare il distacco dai fumi della spazzatura
campana. L´sos lanciato da Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino è stato
raccolto da Romano Prodi, ma si aspetta di vedere in cosa si concretizzerà
l´impegno del premier. Una prima mossa dovrebbe essere quella di chiedere a
Bertolaso di pazientare almeno per 15 giorni, quelli entro i quali andrà
prodotto il progetto per Macchia Soprana. Il che non esclude che Prodi pensi
anche a qualche modifica della ordinanza (peraltro non ancora pubblicata sulla
Gazzetta) per accelerare ulteriormente i tempi.
Intanto ieri mattina la magistratura ha sbloccato il sito di stoccaggio di
Taverna del re, fra Giugliano e Villa Literno. Mossa attesa, che dovrebbe
rimettere in moto il funzionamento dei Cdr di Caivano, Giugliano e Pianodardine,
anche se in serata gli effetti benefici erano ancora lontani dall´essere visti,
e per strada c´erano ancora oltre 2500 tonnellate di spazzatura. Rimane
l´allarme incendi. I vigili del fuoco hanno stilato una curiosa statistica per
la nottata di venerdì: un intervento ogni 10 minuti. Accorato l´appello del
prefetto Alessandro Pansa: «É una follia bruciare i rifiuti per strada. Il
danno dell´incendio, in salute e inquinamento, è molto più grave
dell´ingombro della spazzatura». A sua volta l´assessore all´Igiene di
Napoli, Gennaro Nasti, pur negando di essere ancora in stato di allarme
sanitario, ribadisce che si sta procedendo a spargere sui cumuli di rifiuti
disinfettanti e invita tutti a fare presto. E in mattinata vertice in Comune
sull´emergenza: il sindaco Iervolino, l´assessore Mola e il presidente
dell´Asìa, Pasquale hanno lanciato un sos al prefetto per sbloccare la
situazione dei Cdr.
La crisi però non placa le proteste, anzi. Il sindaco di Giugliano Francesco
Taglialatela, sconfessato dalla magistratura che gli ha riaperto il sito di
stoccaggio, commenta: «Sul piano normativo gli amministratori hanno le mani
legate. Per difendere i nostri diritti attiveremo nuove forme di protesta».
Quelli della provincia di Napoli minacciano addirittura di andare la settimana
prossima a Roma a rimettere il mandato a Prodi. Protesta delineata in un
documento lanciato dai primi cittadini di Portici (Vincenzo Cuomo),
Castellammare (Salvatore Vozza), e Frattamaggiore (Francesco Russo), in cui si
denuncia che le istituzioni non hanno ancora trovato una soluzione. Documento
peraltro approvato da Antonio Bassolino, che commenta: «Sono certo che il
governo vorrà tenere conto di questa forte sollecitazione». Torna a farsi
sentire anche il sindaco di Acerra, Espedito Marletta: «La politica
dell´incenerimento non può essere l´alibi per il commissario straordinario
per aprire nuove discariche ed accelerare la costruzione del termovalorizzatore
nella nostra cittadina».
Non accettano invece di essere iscritti all´albo dei soli contestatori i
comitati campani reduci dalla manifestazione nazionale di ieri. «Non abbiamo
mai detto solo no», dice padre Alex Zanotelli. Quelli di Caserta ribadiscono la
battaglia contro la discarica «scelta illegalmente» di Lo Uttaro. E emergono
due richieste: un sessione straordinaria del Consiglio regionale per varare un
nuovo piano rifiuti, col concorso anche dei tecnici dei comitati, e il
risarcimento danni dalla Fibe piuttosto che l´aumento delle tariffe a carico
dei cittadini.
L´INTERVISTA
Parla Roberto Barbieri, presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti
ROBERTO FUCCILLO
«BISOGNA portare avanti il decreto, non va cambiata neanche
una virgola». Il giorno dopo essere salito a consulto al Quirinale, Roberto
Barbieri, presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti, dice la sua sul
da farsi, senza tentennamenti.
Lei vorrebbe eliminare l´ordinanza che ha introdotto il sito di Macchia Soprana
a Serre?
«Io dico che il decreto purtroppo era già una sorta di chemioterapia, l´unica
possibilità su un organismo morente. Perché qui se non togliamo i rifiuti
dalla strada, tutto il resto è nulla. E allora chiediamo anche scusa alle
popolazioni coinvolte, ma si può fare solo quello previsto nel decreto».
Ma intanto c´è stata la valutazione positiva su Macchia Soprana.
«Le relazioni tecniche dicevano che il sito di Valle della Masseria, scelto da
Bertolaso, era il migliore possibile, da usare per 6-8 mesi e poi mettere in
sicurezza. L´altro invece era ed è pericoloso, non tiene il percolato. A
questo punto non credo alle ultime valutazioni del ministero dell´Ambiente.
Altrimenti bisognerebbe chiedere come minimo perché se ne sono accorti solo
adesso. E comunque cambiare in corsa cosa già fatte dal punto legislativo è
una lesione alla credibilità politica, la democrazia di piazza non è il sale
della democrazia».
Bertolaso nel frattempo è più fuori che dentro.
«Neanche lui è la panacea. Ha il software dell´emergenza e forse gli manca un
po´ l´hardware della programmazione. Ma se si dimette in questa fase andiamo
allo sfaldamento del tessuto istituzionale. E nel buco della politica si
inseriscono clientelismo, criminalità, illegittimità amministrativa. Se
arrivano soldi e non ci sono impianti, quelli vanno alla intermediazione, alla
clientela. È già successo. Sulla emergenza rifiuti è nato un blocco, dal
manager all´Lsu. Sono tutti interessati a che da questa situazione non si esca.
Se Bertolaso lascia, lo sa solo Iddio cosa può succedere».
È il frutto dei 13 anni di emergenza.
«Ho già denunciato altre volte l´irresponsabilità di una intera classe
dirigente, di destra e di sinistra. In Lombardia agli inizi degli anni ´90
stavano come noi, poi le scelte di Formigoni hanno quasi risolto il problema.
Qui invece ci siamo fermati alla prima manifestazione, alla prima protesta di un
sindaco o di un parroco. E ora serve recuperare un senso di responsabilità.
Perché la situazione è tragica. Rischiamo epidemie, problemi di ordine
pubblico, l´infiltrazione di professionisti della malavita. Ecco perché
bisogna eseguire quel decreto. E poi puntare dritti al ciclo integrato, senza
masanielli in giro: la differenziata è cosa seria, "rifiuti zero" è
solo un comizio».
Come si arriva al ciclo integrato?
«Il commissariato lascerà a dicembre. È giusto che a quel punto la cosa torni
alle istituzioni locali. Che però sono ancora convalescenti. Occorrerà dunque
prevedere anche forti poteri centrali sostitutivi in caso di inadempienza».
Pensa a un emendamento al decreto in sede di conversione?
«No, assolutamente. Il decreto non va toccato. Fra un paio di giorni Prodi
dovrebbe darmi una risposta circa la richiesta che gli ho inoltrato di audizione
in commissione. Poi, fra una decina di giorni, conto di portare all´Aula una
proposta di percorso per il futuro. Ma il futuro necessita anche di un altro
impegno».
Quale?
«Al di là dei poteri del commissario c´è una questione che riguarda ancora
le istituzioni locali. Sono loro i capi morali delle comunità, sono loro che
devono chiamare comunque a uno scatto morale, a una manifestazione di
responsabilità».