"Per
questi motivi, la Corte (Seconda Sezione) dichiara e statuisce:
1) Non
avendo sottoposto, prima della concessione dell’autorizzazione alla
costruzione, il progetto di una «terza linea» dell’inceneritore appartenente
alla società ASM Brescia Spa alla procedura di valutazione di impatto
ambientale prevista dagli artt. da 5 a 10 della direttiva del Consiglio 27
giugno 1985, 85/337/CEE, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di
determinati progetti pubblici o privati, come modificata dalla direttiva del
Consiglio 3 marzo 1997, 97/11/CE, la Repubblica italiana è venuta meno agli
obblighi ad essa derivanti dagli artt. 2, n. 1, e 4,
n. 1, di tale direttiva.
2) Non
avendo reso accessibile in uno o più luoghi aperti al pubblico la comunicazione
di inizio attività della «terza linea» del detto inceneritore per un adeguato
periodo di tempo affinché il pubblico potesse esprimere le proprie osservazioni
prima della decisione dell’autorità competente e non avendo messo a
disposizione del pubblico stesso le decisioni relative a tale comunicazione
insieme ad una copia dell’autorizzazione, la Repubblica italiana è venuta
meno agli obblighi ad essa incombenti in forza dell’art. 12, n. 1,
della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 4 dicembre 2000,
2000/76/CE, sull’incenerimento dei rifiuti.
3) La Repubblica italiana è condannata alle spese"
Accolto in pieno il nostro ricorso! Altro che "modello ASM"!
La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che condanna lo Stato italiano per la mancata valutazione di impatto ambientale per la Terza linea dell’inceneritore ASM è molto importante per due ragioni:
ribadisce che per questi tipi di impianti è necessaria la preventiva valutazione di impatto ambientale, come da noi sostenuto in sede di ricorso; principio valido in termini generali per tutto il territorio nazionale.
nello specifico, inoltre, l’Ue sottolinea che le procedure di VIA vanno eseguite con serietà e coinvolgendo la partecipazione della popolazione e che quindi, per aver senso, devono essere espletate prima della costruzione e della messa in funzione dell’impianto. Noi avevamo avvertito Comune di Brescia ed ASM che, nelle more della procedura, l’impianto doveva essere bloccato. Si è preferito il solito percorso furbesco all’italiana, confidando nell’appoggio del Governo e di Matteoli, e così ASM ed il Comune di Brescia hanno collezionato questa poco onorevole sanzione. Sembra che a livello internazionale i riconoscimenti ASM li sappia ottenere solo da Enti sponsorizzati dagli stessi costruttori dell’impianto, come nel caso del famoso 1° premio,mentre raccoglie condanne quando a valutare sono Isituzioni pubbliche, autorevoli ed indipendenti, come l’Ue.
Brescia 5 luglio 2007
Marino Ruzzenenti
P. S. Promemoria, senza commenti, della presa di posizione “storica” dell’Assessore all’Ambiente dei Verdi, Ettore Brunelli, a proposito della mancata Via di ASM: “Si poteva fare la Via? Sì, certo, si può sempre fare qualcosa in più. Anche se in Italia la Via è una procedura dai tempi incerti: sai quando la inizi, non quando la finisci” (M. Tedeschi, Terza linea, spaccatura “verde”, “Bresciaoggi”, 25 settembre 2003).
Ricevo da Marino Ruzzenenti,l'autore del fondamentale volume "L' Italia sotto i rifiuti" e portavoce del Comitato "Cittadini per il Riciclaggio" di Brescia,questo messaggio relativo alla sentenza UE di condanna del termovalorizzatore ASM (terza linea),che, come tutti sanno, è un vero e proprio"fiore all' occhiello" degli incineritoristi italiani
Cogliamo l'occasione per esprimere-noi tutti del Comitato Malagrotta- rallegramenti vivissimi ai cittadini di Brescia per questo risultato straordinario,di portata sicuramente nazionale.
Speriamo che serva anche a Roma! Che il suo pieno significato sia colto, cioè, anche nella capitale,dove si vuole perpetrare la doppia ignominia dell' allargamento di fatto della mega-discarica di Malagrotta e della costruzione collaterale del gassificatore di CDR,all'interno della discarica e fra la discarica stessa e la Raffineria di Roma. Il tutto a dispetto del fatto che lo stesso Comune di Roma (X° Dipartimento, Servizio VIA / VAS) abbia espresso sostanziali perplessità in merito a tale localizzazione e richiesto comunque, come premessa essenziale -nel 2003 e poi di nuovo nel 2004- uno "studio di sicurezza dell' area vasta", cioè proprio quella valutazione preliminare complessiva d'impatto ambientale per la mancanza della quale l'Italia è stata condannata per la terza linea del termovalorizzatore ASM.
Sergio Apollonio
Dal Corriere della Sera:
Cronache 05 lug 11:45 Rifiuti: la Corte Ue condanna l'Italia per inceneritore
Brescia
BRUXELLES - La Corte di giustizia europea ha condannato l'Italia per
l'inceneritore di Brescia, gestito dall'Asm. La causa e' il mancato eseguimento
della valutazione d'impatto ambientale prima dell'attivazione nel dicembre 2003
della 'terza linea', realizzata in via retroattiva solo nel 2004 dopo
l'intervento della Commissione europea. Condanna anche per la mancata
pubblicazione della comunicazione di inizio attivita' della stessa 'terza
linea'. I giudici hanno ribadito che i cittadini devono essere sempre informati
in merito alle domande di nuove autorizzazioni per gli inceneritori "al
fine di consentire al pubblico di esprimere le proprie osservazioni prima della
decisione dell'autorita' competente". (Agr)
Da la Repubblica
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