Il *Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua*, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali ha deciso di promuovere *3 quesiti referendari*, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010.

 

Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche.

  

 

A partire dal *sabato 24 aprile* inizierà la raccolta delle firme, in tre mesi si dovrà arrivare almeno a quota *500.000* per poter richiedere i referendum. I banchetti per la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio nazionale.

 

*Per informazioni sui banchetti: www.acquabenecomune.org*

 

I tre quesiti

vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall'attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l'acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.

 

Dal punto di vista normativo, l'approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l'affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.

 

Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente "privo di rilevanza economica", servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.

 

Verrebbero poste le premesse migliori per l'approvazione della legge d'iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal *Forum italiano dei movimenti per l'acqua*, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

 

 

*Vogliamo togliere l'acqua dal mercato e i profitti dall'acqua.*

*Vogliamo restituire questo bene comune alla gestione condivisa dei territori.*

*Per garantirne l'accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene collettivo.*

*Per conservarlo per le future generazioni.*