Lettera aperta a Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio

Caro Lorenzo

Come avrai letto dalle e-mail, prima di Sergio Apollonio e poi mia, abbiamo forti perplessità sull’impostazione che hai dato, almeno stando al volantino che hai predisposto, all’assemblea pubblica proposta per il 17 aprile nei locali della Regione Lazio.

Perplessità che si sostanziano in due obiezioni fondamentali:

-     La sconcertante rimozione dei due argomenti, gassificatore e allargamento della discarica che sono all’ordine del giorno da due anni delle contestazioni e delle lotte dei cittadini di Malagrotta

-     La sostanziale trasformazione della “questione Malagrotta” da problema cittadino e regionale in una “questione di Malagrotta”, competenza cioè solo dei cittadini, Associazioni e Istituzioni locali.

Conosciamo bene, per averli elencati innumerevoli volte in questi anni gli agenti inquinanti e ambientalmente degradanti della Valle Galeria: discarica, raffineria, inceneritore ospedalieri, bitumificio, cave…. Questi sono un insieme di cause del degrado, e nelle nostre rivendicazioni e lotte abbiamo sempre sostenuto la necessità di considerarli nel loro complesso e non singolarmente. Anche il Dip X del Comune di Roma nella sua VIA fa riferimento alla necessità di una “valutazione dell’area vasta” rispetto alla pericolosità di questi impianti, e non al singolo impianto.

E’ chiaro che la contingenza ci ha fatto mettere in maggiore evidenza i due elementi legati alla discarica; ma sempre tenendo conto delle altre emergenze ambientali della Valle, e abbiamo sempre chiesto un risanamento dell’esistente senza ulteriori installazioni. Un risanamento “a prescindere” quindi, e non condizionato, o peggio subordinato alla costruzione di altri impianti, secondo una limitante teoria di un “saldo ambientale positivo”, sostenuta da alcune Associazioni e Istituzioni che dovrebbero partecipare a questa assemblea.

Sfogliare i problemi di Malagrotta come si sfoglia un carciofo, prendendo ora in considerazione la centrale turbogas e la possibilità che la raffineria non chiuda (ma guarda che sorpresa!!) è sbagliato; peggio, è fuorviante e si presta al sospetto di voler fornire alibi e copertura all’avvocato Cerroni, spostando e concentrando l’attenzione solo sulla raffineria.

Il Comitato Malagrotta si è distinto fin dalla sua nascita, per l’intuizione avuta nel rifiutare un atteggiamento tipico della cosiddetta Sindrome Nimby, di un rifiuto puro e semplice di ogni impianto in zona; ma studiando e ragionando sulla problematica rifiuti è arrivato a comprendere che la soluzione del problema di Malagrotta può arrivare solo con la soluzione del problema rifiuti; una soluzione che passa attraverso il cambiamento radicale dell’assurdo ciclo rifiuti attuato a Roma e nella Regione, e riproposto nelle linee guida del piano di Marrazzo, linee guida bocciate in toto dal Governo Prodi nella Finanziaria del 2006; e ha fatto in questo senso concrete proposte alternative. La Raccolta Differenziata con il Porta a Porta che prende avvio in questi giorni a Roma è una pratica fortemente voluta, come sai bene, dalla Rete Regionale Rifiuti, di cui il Comitato Malagrotta è una componente non marginale.

Su queste posizioni “difficili” il Comitato è riuscito a farsi comprendere e a guadagnare la fiducia di molti cittadini di Massimina e di Ponte Galeria, che sicuramente avrebbero trovato più semplice sentirsi dire che non volevamo l’inceneritore, punto e basta.

Questa e altre proposte relative alla chiusura del ciclo dei rifiuti ci portano a ritenere superfluo e non necessario il ricorso agli inceneritori che sarebbero previsti nel Lazio; non si tratta di avere posizioni antitetiche fra chi è per l’opzione “rifiuti zero” e chi invece si dichiara “non pregiudizialmente contrario all’incenerimento”. Il Comitato Malagrotta non è contrario agli inceneritori in modo pregiudiziale; è contrario perché sono sbagliati, antieconomici, energivori e distruttori di risorse fossili e anche economiche, che potrebbero essere utilizzate diversamente e in modo ambientalmente più proficuo; è contrario a maggior ragione all’inceneritore a Malagrotta per la sua localizzazione in un’area fortemente compromessa e che non sembra avere serie prospettive di risanamento, visti i progetti sulla raffineria. Cosa questa di cui noi eravamo ben coscienti, e scettici rispetto alle lusinghe che venivano fatte circa un incomprensibile scambio gassificatore/raffineria.

Noi riteniamo di dover continuare su una linea di condotta che eviti il particolarismo territoriale che sarebbe, che è, condizionato dalle soggezioni e dalle suggestioni politico/economiche. Di dover considerare la vertenza Malagrotta nel suo insieme, continuando nelle richieste:

-       di sospensione delle due ordinanze Verzaschi;

-       di avvio di un confronto che porti ad un diverso sistema di gestione dei rifiuti e conseguentemente di impianti diversi per la chiusura del ciclo;

-       di risanamento della Valle Galeria con interventi seri da effettuare da subito per il risanamento dell'area;

-       di controlli che interessino in maniera assolutamente prioritaria le emissioni della discarica nelle diverse ore del giorno e della notte, e quindi il posizionamento delle centraline predisposte o da predisporre a questo scopo; ma anche controlli delle emissioni della Raffineria di Roma e dell'inceneritore degli ospedalieri, oltre che delle cave, e dell'incessante traffico di mezzi pesanti nell'area;

-       di avvio delle procedure per la Dichiarazione di Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale per Malagrotta e la Valle Galeria;

-       di avvio di una seconda fase dell'indagine epidemiologica dell'area di Malagrotta;

Ci rimane perciò difficile, allo stato attuale, vedere il nome del nostro Comitato associato ad un’iniziativa che ne snaturerebbe il suo principio e l’atteggiamento tenuto in questi anni; atteggiamento ben diverso da quello di altre Associazioni e che recentemente si è distinto anche nel rifiuto della monetizzazione del rischio che viene proposta con lo sconto sulla Ta.Ri. per i cittadini dell’area, dichiarando che "sarebbe stato infinitamente preferibile, ci sembra, che i milioni di euro che saranno il costo di questa operazione pietistica, populistica, demagogica e alla fine discriminatoria fossero stati invece investiti per mettere finalmente a norma la gestione della discarica. E per far partire la raccolta differenziata spinta (porta a porta), con incentivi adeguati per ogni famiglia, creando nel contempo gli "ecocentri" necessari per collocare gli oggetti ingombranti in vari punti della città, come si fa dovunque si pratichi una raccolta differenziata seria."

Nel salutarti con molta cordialità e disponibilità al dialogo e al confronto, restiamo in attesa di un tuo cortese e sollecito riscontro per decidere se, e in che forma partecipare a questa assemblea pubblica.

 

per il Comitato Malagrotta       

Maurizio Melandri