da: la Repubblica del 6 gennaio 2007 - edizione di Torino
Immaginiamo di guidare passando sempre con il rosso. Il codice della strada dice che non si può, ma chi è deputato alla sua stesura un giorno fa una correzione e dice che per qualcuno, magari daltonico, il rosso può anche essere interpretato come verde. Poi la Comunità Europea dice che non va bene: bisogna cancellare la correzione, il rosso è rosso e basta. Con gran difficoltà la norma truffaldina viene rimossa. E allora il guidatore si arrabbia molto: ecco, adesso che dovrò fermarmi al semaforo ci metterò più tempo, e questo tempo me lo pagherete voi. Voi chi? Voi cittadini. Oh bella! In un paese civile capita invece che non solo il guidatore sorpreso recidivo al passaggio con il rosso debba tacere e vergognarsi, ma paga una multa e gli tolgono pure i punti della patente. Ora cambiamo il semaforo rosso con gli incentivi alle energie rinnovabili stabiliti dal provvedimento CIP6 nel lontano 1992. La norma per i daltonici fu rappresentata dalle paroline “e assimilate” che assimilava alle rinnovabili anche i residui di raffineria e i rifiuti non biodegradabili come la plastica. Comodo no? Con il dizionario alla mano si può cambiare i rosso in verde! E così per 15 anni circa 30 miliardi di euro prelevati dalle bollette elettriche degli italiani (componente A3 in burocratese) invece che in pannelli solari sono finiti in fumo, o meglio nelle tasche dei soliti, ovviamente con procedure legalissime. La Comunità Europea con direttiva 2001/77 mise l’Italia in infrazione visto che le energie “assimilate” non sono rinnovabili. Nulla. Il 6 novembre 2003 la X Commissione della Camera dei Deputati riconobbe che la questione era torbida e invocò una “operazione-verità”. Nulla. Sempre nel 2003 questo “accordo scandaloso tra il Gotha del capitalismo italiano, l’Enel e il Governo Amato” veniva denunciato nel libro di Massimo Mucchetti “Licenziare i padroni”. Nulla. Finalmente, la battaglia estenuante dei senatori De Petris (Verdi) e Sodano (Rifondazione Comunista), riesce ad abbattere il CIP6, non senza colpi di scena, quale il solito casualissimo errore di trascrizione che faceva entrare in finanziaria gli incentivi per gli inceneritori “autorizzati” invece che “realizzati”. Stupisce a questo punto che nomi di spicco della politica piemontese si scaglino contro costoro e scarichino sui cittadini gli extracosti degli inceneritori che senza CIP6 non saranno più convenienti. Non è onesto. Primo perché si trattava di una truffa legalizzata, secondo perché già nel programma dell’Unione c’era scritto che il CIP6 era da estinguere, terzo perché non si fanno progetti che mettono a bilancio anche i proventi derivanti da truffe denunciate da anni. Allora, non prendiamo in giro i cittadini: con i soldi risparmiati dal CIP6 – e son oltre 3 miliardi di euro all'anno – incentiviamo come previsto dalla legge "non assimilata", l’energia solare e la fabbricazione del compost con la frazione organica dei rifiuti (è il 40% della nostra produzione). Vedrete che le bollette – della spazzatura e del protocollo di Kyoto - si alleggeriranno. E saremo un paese veramente più moderno.
Luca Mercalli Climatologo, presiede la Società Meteorologica Italiana e dirige la rivista Nimbus (www.nimbus.it).