Malagrotta preistorica

Negli scavi per l'inceneritore si scopre un paleosuolo. Ma qualcuno fa finta di niente mentre partono lettere e denunce delle associazioni

MALAGROTTA NON FINISCE MAI di sorprendere e restituisce, a chi vuole trovarli, anche reperti archeologici. Ce ne potrebbero essere in cima al mozzicone di collinetta rimasto dopo lo scavo realizzato per costruire il gassificatore [Foto 1] dentro la discarica, come testimoniano le foto inedite in possesso di CartaQui che pubblichiamo.

Perché, altrimenti, ci sarebbero i teli a coprire parti di terreno? [Foto 2] Perché numerosi paletti in ferro indicherebbero sezioni dei terreno, delimitate da cordine verdi tipiche, ci pare, di sondaggi archeologici? [Foto 3]

Per chiedere chiarimenti sull'ennesima nebulosa vicenda riguardante i lavori in corso nella discarica di Malagrotta si sono mobilitate le associazioni Wwf Lazio e Italia Nostra a sostegno dei comitato dei cittadini di Malagrotta, che sollecitano un sopralluogo urgente da parte della soprintendenza e, con un esposto, l'intervento dei reparto operativo dei carabinieri per la tutela dei beni culturali.

Parallelamente, i consiglieri regionali di Rifondazione Anna Pizzo e Ivano Peduzzi hanno presentato alla soprintendenza archeologica di Roma la richiesta di accesso agli atti a proposito degli "esiti delle indagini archeologiche preventive finalizzate alla realizzazione di un impianto di gassificazione di Cdr, presso l'area di pertinenza della discarica dì Malagrotta, angolo via degli Oleodotti con via di Malagrotta, alle spalle della sede della Guardia di Finanza". 

Oltre al soprintendente e al funzionario competente per il municipio XVI, l'altro destinatario della lettera [inviata per conoscenza anche alla sezione archeologica dei reparto dei carabinieri] è il funzionario per la preistoria. Un indirizzo messo non a caso, visto che nell'area della discarica di Malagrotta potrebbero esserci quelli che gli esperti indicano come "paleosuoli", cioè suoli preistorici che possono custodire reperti tipo costruzioni oppure oggetti o, più spesso, resti umani o animali di epoche lontanissime e quindi di enorme rilevanza [quello nella Foto 4 ha tutta l'aria di essere un pezzo di osso]. 

Una scoperta che non sorprende, considerando che sono numerosi i ritrovamenti in tutta l'area: solo a qualche centinaio di metri di distanza in linea d'aria dalla discarica, è visibile anche passando in macchina uno scavo archeologico sul lato sinistro della strada che da Malagrotta va a Ponte Caleria. [Foto 5

Chissà che non possano essere le memorie e i resti di esseri viventi dei nostro passato a prospettare un futuro per Malagrotta e Ponte Galeria diverso da quello che preparano il proprietario della discarica Cerroni insieme alle isituzioni competenti. Chissà che non sia la preistoria a mettere una zeppa al procedere dei lavori dell'impianto "sperimentale" per gassificare i rifiuti, contro cui nulla hanno potuto finora le "moderne" ragioni sanitarie, ambientali e economiche che impongono di ridurre e riciciare i rifiuti anziché bruciarli. 

Come nulla hanno potuto le denunce, fatte dalla Rete regionale rifiuti e dai comitati, delle tante incongruenze e parzialità che caratterizzano l'iter e le procedure per la costruzione dei gassificatore e per l'allargamento della discarica a Testa di cane, in fase piuttosto avanzata di lavorazione [CartaQui ne ha dato conto con i numeri precedenti].

foto 1

 

foto2

 

foto3

 

foto 4

 

foto 5