OBIETTIVI E PROPOSTE DEL COMITATO MALAGROTTA
Il Comitato
Malagrotta e i cittadini di Massimina e del Quadrante Ovest di Roma portano
all’attenzione degli Organi Elettivi la situazione di Malagrotta, che continua
ad essere fuori controllo. A tutt’oggi, infatti, non vengono effettuati
rilevamenti ambientali che certifichino l’attuale situazione di inquinamento
prodotta dalle installazioni industriali presenti.
E d’altra parte
non sono pervenute risposte, o garanzie, rispetto all’installazione
dell’impianto di gassificazione, del quale ancora non si conosce la tecnologia
usata. Incredibile ma vero, ancora non si sa se si tratta della tecnologia
svizzera Thermoselect (che ha fatto oggetto del procedimento autorizzativo) e
che nel 2004 è clamorosamente fallita in Germania dopo aver accumulato una
perdita di 500 milioni di dollari (e dopo un precedente fallimento di un
impianto pilota in Italia, a Verbania, sul Lago Maggiore). E non si sa neppure
se siano state apportate eventuali modifiche, che non risultano peraltro
approvate da alcun organismo istituzionale.
Nessuna
risposta è ancora arrivata alle domande più volte fatte circa la destinazione
delle scorie di lavorazione dell’impianto e di cosa verrà allocato nell’area di
Testa di Cane; area che, com’è ben noto, è a stretto contatto con il bosco di
Massimina e le prime abitazioni di quel quartiere.
In questa
situazione il Comitato Malagrotta chiede ai Rappresentanti eletti dai
cittadini di farsi carico delle preoccupazioni espresse a nome di larga parte
della cittadinanza, riassumibili nei seguenti punti:
-
Prove del gassificatore
attualmente in corso.
Chi le controlla? Per ora NESSUNO. E’urgente
predisporre un dispositivo di controllo con i dati pubblicamente accessibili;
Trasmissione in continuo via
Internet dei dati dell’analizzatore
che è stato installato al camino del
gassificatore e, si suppone, al camino della centrale energia. Questa modalità
di controllo – e l’accordo relativo da definire fra COLARI, ARPA e Provincia -
è della massima importanza e urgenza dato l’avvio ormai avvenuto delle prove
del gassificatore;
Data definitiva di chiusura della
discarica attuale
, cioè di quella che è tuttora una gigantesca discarica
di rifiuti indifferenziati completamente illegale sul piano della normativa
europea;
Data di entrata in funzione degli
impianti di pretrattamento,
essenziali per superare da subito la
discarica, e con una capacità di trattare e separare grossolanamente 3.000
tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno (due impianti privati a
Malagrotta, della COLARI, e altri due in altra parte di Roma, di proprietà
AMA). Sono impianti TMB (Trattamento Meccanico Biologico, a freddo) per i
quali la disattivazione della componente di produzione CDR per il
recupero della carta e della plastica, è realizzabile con la massima
facilità e poca spesa, ricavando invece ulteriore separazione di
materiali da avviare ai Consorzi di filiera;
Situazione dell’area denominata
Testa di Cane
vicino al quartiere di Massimina (dove NON si dovranno
smaltire le scorie del gassificatore, classificate come rifiuti speciali
tossici e che quindi hanno bisogno di discariche speciali;
Centralina/e di monitoraggio
dell’aria da installare nella Valle Galeria.
Una centralina fissa è stata
autorizzata d’urgenza dall’Assessore regionale all’Ambiente sette mesi fa, ma
a tutt’oggi l’intera area è sprovvista di centraline e di qualunque sistema di
rilevamento ambientale);
Controllo delle acque
superficiali e sotterranee.
Le acque superficiali sono state oggetto di
diverse denunce negli anni per inquinamento da percolato (e il dirigente
provinciale dell’ARPA ha dichiarato in proposito che a causa dell’inquinamento
il Rio Galeria è considerato morto e inadatto alla vita dei pesci). A questo
proposito è da considerare la possibilità di inquinamento anche della falda
acquifera. Trattasi di un problema enorme che è stato evocato di recente da un
rapporto dell’EURISPES, provocando risentite smentite da parte del presidente
del COLARI, avv. Manlio Cerroni, che oltre alla discarica, è anche
proprietario del gassificatore ormai completato. Lo stesso titolare del COLARI
aveva dichiarato peraltro fin dal 2003 che il suo gruppo "dagli Anni
Sessanta ho smaltito 50 (cinquanta) milioni di tonnellate di rifiuti romani".
Ai quali, da quella data, occorre aggiungere altri milioni di tonnellate,
ovviamente. E’evidente perciò che un’indagine totalmente indipendente e
approfondita sulla situazione delle acque nella Valle Galeria è una priorità
assoluta;
Controllo dei terreni.
Come
per le acque, l’indagine sui terreni è indispensabile anche perchè nell’area
le fonti di inquinamento sono state e sono molteplici. Oltre agli altri
impianti, infatti (Raffineria di Roma, inceneritore dei rifiuti ospedalieri,
depositi di carburante, depositi di gas, centrale elettrica, decine di cave,
bitumificio, autoparco, traffico incessante di mezzi pesanti, depuratore, cavi
dell’alta tensione), a Malagrotta ha anche funzionato per vent’anni, prima
della discarica, dai primi anni sessanta al 1985, il vecchio inceneritore dei
rifiuti di Roma che fu chiuso su intervento della Magistratura per superamento
dei limiti nelle emissioni inquinanti;
Individuazione dei siti per gli
impianti di smaltimento dei rifiuti speciali tossici (in particolare fanghi
dei depuratori e percolato)
da localizzare al di fuori della discarica di
Malagrotta. Per anni fanghi e percolato hanno avvelenato la qualità dell’aria
(e non solo quella), e i processi penali si sono succeduti. L’amministratore
unico della società Giovi srl di gestione della discarica (gruppo COLARI),
ing. Francesco Rando, ha subito due condanne definitive passate in giudicato.
Attualmente è imputato in un nuovo processo per "smaltimento non autorizzato
di percolato." La sentenza è prevista per il prossimo novembre.
Utilizzazione degli incentivi
statali CIP6-certificati verdi per finanziare (con opportuni interventi della
legislazione regionale, provinciale e comunale), non
l’incenerimento-gassificazione ma le energie effettivamente rinnovabili
:
elettricita’da biogas e inoltre il trattamento meccanico-biologico (tmb) e il
compostaggio. Da notare che che la tecnologia "UR-3R Process" dell’impianto
inaugurato a Sidney nel 1994 dal Primo Ministro australiano e da Cerroni è di
proprietà della Sorain Cecchini (gruppo Cerroni) e l’impianto di Sidney,
costruito in parte dal COLARI, è il gemello di Malagrotta 1 e 2 per ciò che
concerne la parte del compostaggio. (e a Malagrotta c’è già anche un impianto
di digestione anaerobica dell’umido). Da notare in proposito la dichiarazione
di Cerroni davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta: "Loro (gli
australiani) non vogliono saperne niente di incenerimento, ma solo di recupero
e trattamento".