Sul significato di NIMBY
estratto
da “FAR PACE COL PIANETA” di Barry Commoner Garzanti Editore, 1975 - pagg. 157 e 158
[…] In
assenza di opposizione da parte dell’opinione pubblica, il lavoro
scientifico che ha portato alle conoscenze attuali sugli inceneritori non
sarebbe mai stato fatto. Ma l’industria è tutt’altro che grata per il
lavoro che le è stato offerto. Secondo gli industriali del settore e i
loro collaboratori, l’opposizione della gente agli inceneritori non è
dettata da una preoccupazione di ordine sociale, ma è solo espressione di
grettezza individualistica: timore di conseguenze sfavorevoli per la
propria salute, per il proprio vicinato immediato, per il valore della
propria casa o dei propri terreni. Gli specialisti in relazioni pubbliche
dell’industria degli inceneritori hanno coniato un furbo neologismo dal
suono grazioso – NIMBY, sigla di Not In My Back Yard (“Non nel mio
cortile”) – per convincerci che chi è contrario agli inceneritori lo è
soltanto per un atteggiamento meschino, perché detesta qualsiasi
intrusione giudicata sgradevole nel proprio piccolo mondo, per un impulso
generico a “tener lontane le cose brutte dal proprio cortile di
casa”. La sindrome del NIMBY è un problema di salute pubblica di
prim’ordine. E’ una malattia mentale ricorrente che continua a colpire il
pubblico. La sua risposta all’opposizione della gente agli
inceneritori è “una campagna per sradicare questa malattia”. Oltre un secolo fa de Tocqueville ci aveva avvertiti della
possibilità che in America si affermasse un’eccessiva democrazia. Poiché
ogni uomo si sentiva l’uguale di ogni altro, egli pronosticò che alla fine
questo avrebbe condotto all’anarchia… E’ possibile che i NIMBYsti possano
avere una parte importante nel dimostrare la giustezza dell’affermazione
di Alexis de Tocqueville che la democrazia è una forma di governo
insostenibile? E secondo “Newsweek”: Dimenticate Love Canal (dove si è avuto un esempio famoso di
lotta per l’ambiente)… Arrestate le pattuglie dei NIMBY!
Ma risulta che il cosiddetto NIMBY è un mito. Uno
studio assai accurato della diffusa opposizione agli inceneritori condotto
per conto del Comitato per lo smaltimento dei rifiuti dello stato della
California ci dice invece che: L’avversione dell’opinione pubblica agli impianti per lo
smaltimento dei rifiuti è un fenomeno recente. Prima della nascita del
movimento ambientalista, negli anni Settanta, il trattamento dei rifiuti
destava scarse preoccupazioni nel pubblico, e assai di rado furono chiusi
impianti a causa delle proteste locali. La gente ha incominciato a preoccuparsi del proprio cortile
di casa non perché di recente sia scoppiata un’epidemia di egoismo
antisociale, ma – come riferisce lo studio fatto in California – a causa
del fatto che il fallimento del governo e dell’industria nel compito di
smaltire correttamente i rifiuti ha avuto vasta pubblicità, che si è
riflessa in un crescente timore circa i pericoli collegati a tutti gli
impianti di smaltimento. A motivare l’opposizione del pubblico agli inceneritori non è stata la preoccupazione per la santità del proprio cortile, ma piuttosto la qualità dell’ambiente che gli oppositori condividono con il resto della società; e quindi si tratta di una preoccupazione non solo personale, ma anche e soprattutto sociale. |