Egregio Maresciallo,
vorremmo segnalare a lei, ai Servizi del N.O.E. e alle altre Amministrazioni competenti un fenomeno sicuramente anomalo intervenuto in questi ultimi giorni sul versante della discarica che scende verso Via degli Oleodotti, dov’è situato l’ impianto-deposito Lampogas (impianto a RIR - rischio di incidente rilevante), che come lei sa, è a sua volta contiguo al gassificatore. In seguito ad un rigonfiamento abnorme del terreno di discarica, il muro di recinzione fra la Lampogas e la discarica stessa aveva dato segni vistosi di collasso. E’ stato quindi rapidamente ricostruito ad opera del personale della Giovi srl. Ma come si può vedere dalle foto allegate, che sono state scattate qualche giorno fa, delle fenditure e dei crateri di diverse dimensioni si sono aperti nel terreno e dei rigonfiamenti si sono formati, com’ è ben visibile dalle foto.
Il terreno è evidentemente intriso di biogas e di percolato e questi movimenti e trasformazioni anomale fanno parte delle “dinamiche” della megadiscarica, che negli anni e nei decenni hanno provocato frane più o meno rovinose, in particolare quella del 2000 che sconvolse completamente il terrapieno frontale della discarica per alcune centinaia di metri lungo Via Casale Lumbroso, che rimase bloccata in quella parte per tre anni.
Nel frattempo, da notizie confermate il 27 u. s. da fonte autorizzata COLARI, il gassificatore di Malagrotta è attualmente fermo, per motivi “anche di sicurezza”, in vista, ci è stato detto, dei lavori di costruzione della seconda e della terza linea dell’impianto. . In attesa del reperimento dei finanziamenti necessari e a causa della sospensione dell’ attività circa 60 addetti sarebbero avviati alla cassa integrazione. Quindi, a otto anni dall’ avvio del progetto e a tre anni dall’ avvio del funzionamento della prima linea (mentre la secconda e la terza avrebbero già dovuto essere avviate entro il 2010…) non si sa ancora quanto CDR viene bruciato ogni giorno, e quanta energia è stata prodotta fino ad oggi.
Il fermo attuale del gassificatore non può che essere accolto con grande sollievo da tutti, soprattutto tenendo conto di quanto scritto dal Direttore del X Dipartimento (Ambiente) del Comune di Roma nella sua lettera alla Regione Lazio, controfirmata dai principali tecnici del Dipartimento, fin dal lontano 2003, esattamente in data 22.12.2003 (allegata), lettera nella quale si prospettava la necessità di effettuare UNO STUDIO DI SICUREZZA INTEGRATO DELL’ AREA VASTA DI MALAGROTTA in considerazione della concentrazione nell’ area di numerosi impianti a rischio di incidente rilevante (RIR), e ciò in base al Dlgs. 334/99 (Seveso II). In particolare si evidenziava quanto segue :
.“Si esprimono perplessità sulla scelta dell'area dove è prevista la collocazione
dell'impianto di produzione energia, in quanto si verrebbe a trovare lungo le pendici di un lotto della discarica, in posizione plano-altimetrica non definita e in contatto con l'ammasso dei rifiuti.
Tale situazione potrebbe costituire un punto critico di rischio in presenza di emissioni di biogas nell’area circostante;”
Come lei sa, sfortunatamente tale studio integrato, che doveva servire a valutare i diversi impatti ambientali presenti nella Valle Galeria Galeria in una visione globale dell’ area, non è mai stato effettuato. Ed è per questo che ci troviamo ancora di fronte a situazioni di estrema incertezza e potenziale pericolosità di questo tipo.
Con molti cordiali e distinti saluti,
Sergio Apollonio
Comitato Malagrotta