Chiusa l'inchiesta sul sito a ridosso di Malagrotta.
Accuse al collaboratore di Cerroni
«Testa di Cane, uso illegittimo»
L'area resta sotto sequestro e per l'uomo di Manlio Cerroni, Francesco Rando, si
profila una richiesta di rinvio a giudizio. In qualità di rappresentante legale della Giovi srl, Rando è (e resta) l'unico indagato per
i lavori abusivi realizzati a Testa di Cane, al confine con Malagrotta.
L'inchiesta sulle opere realizzate dalla Giovi srl —13.800
metri quadri di discarica contro i 9 mila autorizzati, senza valutazione d'impatto ambientale — è alla conclusione.
La perizia depositata qualche settimana fa ha confermato che, nell'area vicino a Massimina, si stava realizzando un sito per lo sversamento temporaneo
dei rifiuti. E non «l'impianto sperimentale adibito al trattamento delle frazioni organiche stabili» autorizzato dalla Regione.
I primi a denunciare i lavori erano stati i residenti, preoccupati da quella che appare, a tutti gli effetti, un'appendice dell'enorme
Malagrotta, poi anche la Regione aveva fatto alcune verifiche. Quindi, in seguito alle ispezioni del Noe, il procuratore aggiunto Roberto
Cucchiari aveva ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro dell'area.
L'impianto:
Secondo la perizia, un terzo
è abusivo ed è privo della valutazione di impatto ambientale. Quanto alla Giovi Srl, la sua versione non è cambiata. I lavori
contestati sarebbero «attinenti alle buone pratiche operative e finalizzati all'incremento delle condizioni di sicurezza ambientale»
per Malagrotta 1 e 2. Rando, già iscritto nel registro degli indagati per l'inquinamento delle falde acquifere di Malagrotta, ora
rischia il rinvio a giudizio per violazione delle norme urbanistiche e ambientali.
Ilaria Sacchettoni
isacchettoni@rcs.it